la terapia breve strategica è stata ed è, per me, una sorta di nuova bussola che mi permette di orientarmi in modo diverso nell’universo dei problemi e delle patologie psichiche, di cercare e di seguire non la strada del “perché” (perché c’è un problema), ma del “come” (come il problema funziona) per poter trovare soluzioni efficaci in tempi brevi. È l’arte di trovare soluzioni solo apparentemente semplici per risolvere problemi complessi. Un’arte, tuttavia, altamente tecnologica.
”“Troppo spesso si fa inutilmente con molte cose ciò che può essere fatto con poco”. Questo aforisma (Guglielmo da Occam) sembra calzare perfettamente l’approccio Breve Strategico alla terapia. Una delle caratteristiche distintive di questo modello innovativo di psicoterapia sta proprio nella sua capacità di produrre cambiamenti in modo apparentemente semplice e in tempi brevi, anche nel caso di disturbi molto impedenti e cronicizzati.
Una Terapia condotta con questo modello si articola in un numero limitato di sedute; non si occupa della ricerca delle cause dei problemi nel passato (che nessuno può cambiare), ma si focalizza sull’introdurre cambiamenti nel presente (non su perché c’è un problema, ma su come funziona il problema). Il fine è la risoluzione del problema presentato, che costituisce l’obiettivo dell’intervento terapeutico.
30 anni di rigorosa ricerca empirico-sperimentale, portata avanti da Giorgio Nardone e dai suoi collaboratori presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, ha permesso di mettere a punto protocolli di terapia specifici per specifiche patologie, caratterizzati da estrema efficacia e rapidità di intervento, in cui il rigore del problem solving si unisce all’ estrema flessibilità dell’intervento. Questo per adattare lo specifico protocollo all’unicità e originalità del singolo individuo.
L’intervento strategico è in grado di produrre significativi miglioramenti già a partire dalle prime sedute, grazie all’utilizzo di tecniche sofisticate di conduzione del primo incontro (dialogo strategico) e all’utilizzo di compiti (“prescrizioni”) che il paziente dovrà mettere in pratica nell’intervallo tra le sedute.
Una Terapia condotta con questo modello non è tuttavia puramente “sintomatica”. Se un primo obiettivo è la totale estinzione della sintomatologia presentata dal paziente, un secondo, non meno importante, è rappresentato dal raggiungimento di un nuovo e diverso equilibrio personale. Questo a sua volta consente una maggiore elasticità e flessibilità nelle relazioni che la persona intrattiene con se stessa, con gli altri e con il mondo.
Per questa ragione, i risultati ottenuti (88% di casi risolti) sono duraturi nel tempo e senza ricadute, come testimoniato dagli appuntamenti di controllo (follow up), effettuati a distanza di 3 mesi, 6 mesi e 1 anno dalla fine della terapia.
Le strategie d’intervento terapeutico messe a punto dal modello, formalizzate ed empiricamente validate, si sono dimostrate le più efficaci e efficienti tra le numerose forme di psicoterapia.